LA STORIA DI CRONO

Cristal e Albrack intanto hanno raggiunto l’ingresso della Quinta Piramide.
Rispetto alle altre piramidi questa appare diversa infatti, di aspetto più scuro e molto più bassa delle altre.
Albrack sembra finalmente intenzionato a combattere ma anche Cristal è voglioso di confrontarsi con un Cavaliere delle Piramidi così, senza aver deciso chi sarà il prossimo a scendere in campo entrano nel tetro ambiente, non solo la luminosità è praticamente nulla ma vi sono anche dei boccali da cui esce del fumo che confonde chiunque la aspiri.
Cristal comincia ad avere il respiro appannato ma Albrack ancora lucido, grazie anche all’armatura che ancora indossa, gli infonde coraggio.
Ecco che si mostra il Quinto Cavaliere, la sua armatura è, come l altre di sabbia ma questa volta è di color nero come il resto della piramide.
Il cavaliere spiega di essere il più malvagio cavaliere, di nome Manfis e che non intende permettere a nessun cavaliere di superare la sua piramide.
Manfis ha una maschera nera come la pece che copre il suo volto solo gli occhi sono scoperti, due occhi completamente neri tanto da distinguerli a fatica dal colore della maschera.

“Cristal mi occuperò io di lui, tu corri verso la Sesta Piramide e sbrigati! A Lady Isabel non resta molto tempo! Ti raggiungerò dopo aver sbrigato questa faccenda”

Cristal corre verso l’uscita ma Manfis senza nemmeno alzare un dito lo blocca con la sola forza del suo malefico cosmo; Albrack non resta a guardare e così interrompe l’azioni di Manfis permettendo a Cristal di uscire senza problemi dalla Quinta Piramide.

“Non sei un cavaliere da poco, mi complimento Albrack, sei riuscito ad interferire al mio potere! Per questo proverò maggior gusto ad eliminarti”
 

IL SANGUE DI ADES
Manfis non intende lasciare impunito questo affronto e così attacca Albrack con il “Pugno Nero” un colpo a cui nessuno è mai sopravvissuto, Albrack rimane immobile e si toglie l’elmo lasciando sciogliere i suoi lunghi capelli dorati.
Un cosmo incredibile scaturisce da quell’esile corpicino ma questo cosmo si concentra tutto intorno a Albrack il quale respinge senza nessun problema il colpo di Manfis lasciandolo di stucco.
Il Cavaliere del Sole capisce che se vuole salvare Atena non deve perdere tempo e deve superare la sua paura principale: attaccare e uccidere un uomo.
Manfis scruta Albrack.
Il cavaliere nero si dirige verso un altare e inginocchiatosi al suolo prega il suo Dio: Ades, signore del male.
Con quella preghiera Manfis chiede tutto il sostegno per poter sconfiggere il nemico e dopo un breve rito Manfis torna ad affrontare Albrack
I suoi pugni ora non sono più neri ma hanno assunto il colore del sangue di Ades, Albrack capisce la situazione ma rimane comunque impassibile; ecco che Manfis arretra il suo pugno e richiama a se tutta la potenza del male e del Dio Ades.
Intanto Cristal non è ancora riuscito a varcare l’uscita della Quinta Piramide, il cavaliere di ghiaccio è disteso al suole soffocato dal fumo e stremato per il tremendo caldo che  solo il deserto del Sahara sa trasmettere.
Albrack si accorge delle difficoltà di Cristal ma ora non deve distrarsi, infatti Manfis sta concentrando tutte le forze del male nel suo pugno grazie anche al sangue donatogli da Ades.
 

UNA GRANDE VITTORIA
Il pugno di Manfis ora è circondato da un alone nero che continua ad aumentare di intensità e di dimensione e Albrack capendone la pericolosità non perde tempo e si concentra attirando a sé un cosmo pieno di luce.
L’armatura del Cavaliere del Sole risplende ardentemente quasi come se un sole fosse al suo interno.
Cristal riesce a rialzarsi sentendo dentro di sé questi due immensi cosmi aumentare sempre di più la loro potenza; Hyoga non può fare a meno di dirigersi verso questo grandioso scontro, quasi come ipnotizzato dal loro fascino.
Manfis ride di gusto capendo che in quel momento Ades è con lui e così senza rendersi conto della forza attuale di Albrack, gli si lancia contro portando avanti a sé il suo pugno imbevuto di sangue divino.
Albrack è concentratissimo, i suoi cinque sensi sono disattivati per permettere al sesto e al settimo di espandersi immensamente e così senza nemmeno aprire gli occhi Albrack porta a vanti a sé un braccio e aprendo una mano blocca con decisione il pugno del nemico.
Il Cavaliere Nero è come pietrizzato da quello che i suoi occhi hanno appena visto e sottovoce chiede spiegazioni al suo Dio.

“Il tuo Dio mentre ti apprestavi a colpirmi si è tirato indietro, accorgendosi del mio immenso cosmo e della sua origine anch’essa divina”

“No! Non può essere, Ades non ha paura di niente e di nessuno, non si tirerebbe mai indietro anche di fronte al più temibile degli avversari!”

“Questo io non lo so, ma sono certo che ti ha abbandonato! Forse ha creduto opportuno non rischiare di affrontarmi non vedendo vantaggi a lui positivi! Mi dispiace cavaliere sei rimasto solo!”

Il cosmo di Albrack è diminuito leggermente ma è rimasto comunque incredibilmente potente e così, senza timore, il Cavaliere del Sole si avvicina a Manfis e, ormai dimenticando ogni paura gli punta l’indice contro e fa scaturire da esso un fortissimo raggio di luce che perfora la mente del nemico.
Manfis capisce che è stato sconfitto e completamente abbandonato dal suo Dio; con quel raggio di luce la mente di Manfis è completamente libera di malvagità ma non avendo facce positive lo spirito del cavaliere non riesce nemmeno a resistere al peso del suo corpo e così cade a terra morendo in pochi attimi.
Cristal che ha assistito a tutta la scena guarda attonito il suo amico cavaliere e appoggiandogli una mano sulle spalle esce affaticato dalla Quinta Piramide.