13 / 06 / 2002

Tra le terre di Asgard…

Ad Asgard era sopraggiunto il lungo e gelido inverno, da sempre considerato simbolo di povertà e di morte, da sempre ritenuto portatore di buio e oscurità…
Proprio nella mattina del 22 Dicembre, giorno d’inizio dell’inverno, l’amato e pacifico Celebrante di Odino Midgar di Polaris era stato trovato morto nel suo letto, in circostanze sconosciute, senza aver lasciato nessun erede maschio.
Candidata al trono di Asgard era la figlia primogenita di Midgar, Hilda, convinta sostenitrice della politica pacifica ed equilibrata del padre, ma anche il fratello minore di Midgar, Dolvar, era un possibile aspirante al trono…
Dolvar era più volte andato contro la politica di Midgar e più volte aveva sostenuto la necessità, per il popolo di Asgard, di conquistare terre più calde e fertili, ma il Re si era sempre opposto, rimanendo fermo nella sua posizione pacifica…
ma col passare degli anni il partito di Dolvar aveva ottenuto sempre maggiori sostenitori e il carismatico uomo era riuscito a unire attorno a sé un piccolo gruppo di God Warriors, suo esercito personale.
Ora, dopo la morte del Re Midgar, tutto il popolo di Asgard temeva lo scoppio di una sanguinosa guerra civile per l’investitura tra i Cavalieri di Hilda e quelli di Dolvar… ma, fatto del tutto imprevedibile, Dolvar accettò volentieri l’ascesa al potere della nipote e, addirittura, si propose come suo consigliere politico, vista la giovane età della ragazza…
Molti God Warriors accolsero positivamente questo cambio di posizione da parte di Dolvar, ma molti altri lo guardavano con sospetto, non del tutto convinti delle buone intenzioni dell’uomo.
Hilda, invece, era convinta dei buoni propositi dello zio e aveva fiducia in lui, poiché questi, in effetti, non aveva mai cercato di sovvertire il potere del Re Midgar, né si era mai macchiato di colpe disonorevoli.
L’inverno ad Asgard, quindi, era iniziato con un grave lutto, la morte del Celebrante di Odino, ma, d’altro canto, si era riusciti ad evitare una sanguinosa guerra civile, che avrebbe potuto mietere molte vittime…

Il pericolo venuto da Oriente…

Hilda sedeva sul suo regale trono. Sigfrido, suo più fedele Cavaliere, le era inginocchiato dinanzi.
“Allora, Sigfrido, non sei ancora convinto dei buoni propositi di Dolvar, vero?” chiese la Celebrante di Odino
“Proprio così, mia signora, sento in quell’uomo un forte cosmo maligno e temo che possa condizionarvi negativamente riguardo le politiche da adottare…” rispose il God Warriors
“Oh! Non preoccuparti, Sigfrido, io non mi farò mai influenzare da nessuno! -disse Hilda- Ma Dolvar è pur sempre mio zio e devo tener conto del suo saggio consiglio… inoltre possiede un esercito personale che potrebbe esserci d’aiuto nelle situazioni più difficili…”
Improvvisamente un soldato irruppe nella sala del trono…
“Mia signora, mi scusi se non ho bussato… -disse il soldato imbarazzato- ma vi è qui uno strano uomo che chiede di parlare con lei…”
“Uno strano uomo? Chi è mai costui?” chiese Hilda
“Non lo so, mia regina… sembra un vecchio ubriacone e sicuramente non è né di Asgard, né di nessun altro popolo del Nord… lo abbiamo sorpreso a girovagare intorno al castello e gli abbiamo intimorito di andarsene, ma ha risposto che doveva al più presto parlare con vossignoria…”
“Questo è impensabile! -urlò Sigfrido con tono severo- Non possiamo permettere a qualsiasi ubriacone di presentarsi dinanzi alla Celebrante di Odino! È inammissibile!”
“Lo so… -disse il soldato con voce fioca- anche noi abbiamo risposto così a quest’uomo… ma quando abbiamo cercato di cacciarlo dal palazzo, ha steso dieci soldati con un sol colpo!”
“Cosaa??!” urlò Sigfrido
“Su, calmati cavaliere -disse Hilda- lascia che quest’uomo si presenti dinanzi a me…”
Detto ciò, il soldato fece un piccolo inchino e uscì dalla stanza, poco dopo entrarono altri due soldati, che reggevano in piedi un vecchio ubriacone dalla lunga barba grigia, dal naso rosso e camuso e dagl’occhi piccoli e infossati…
I soldati lasciarono l’ubriacone e uscirono dalla stanza, questi barcollò in avanti, verso la Celebrante di Odino.
“Chi sei? Misero ubriacone?” chiese Sigfrido
“High! High! -singhiozzò il vecchio- chi sei tu piuttosto, misero Cavaliere! Hi! Hi! Hi!” disse ridendo
“Ma come ti permet…”
“Calma Sigfrido, sentiamo cosa ha da dirci…” disse Hilda
“Beh, Regina di Asgard e Celebrante di Odino… veramente volevo parlare in privato di questioni importanti…” disse il vecchio, improvvisamente fattosi serio…
Sigfrido immediatamente percepì in lui un cosmo fortissimo, che prima non aveva sentito…
“Sigfrido è il mio Cavaliere più fedele, parla pure liberamente, se hai da parlare…” rispose la Regina di Asgard
“Bene -disse il vecchio- allora parlerò: il mio nome è Sileno e vengo direttamente dalla lontana Grecia, su ordine del mio padrone…”
“Chi è il tuo padrone?” lo interruppe Sigfrido
“Eh, eh, sei impaziente di sapere, Cavaliere… è buona dote la ricerca del sapere, ma non va mai accompagnata con l’avventatezza…” rispose Sileno
“Mmm... ora però rispondi alla mia domanda, vecchio!” disse Sigfrido leggermente spazientitosi
“Oh, quanta irruenza! -disse Sileno sorridendo- Comunque il mio padrone è Dionisio, Dio del Vino e della Vite, e sono venuto in queste fredde e gelide terre proprio per esportare il suo culto…”
“Il culto di Dionisio, Dio del Vino e della Vite…” ripeté Hilda a bassa voce
“Proprio così! Da millenni Dionisio viaggia per il mondo esportando il suo culto, per portare la felicità e la spensieratezza a tutta l’umanità! Il vino e l’estasi, sono questi gli unici piaceri perseguibili dall’uomo! Gli unici in grado di elevarlo al dì sopra del dolore e degli affanni! Gli unici in grado di fargli dimenticare le preoccupazioni e i mali del mondo!”
“A me questo non sembra un buon culto… -rispose Hilda- il vino e l’estasi possono distogliere dai malanni e dalle preoccupazioni, ma solo per un istante… poi vi è il ritorno alla dura realtà! Gli uomini devono affrontare i problemi con serenità e fatica, non tentare di aggirarli in malo modo!”
“Celebrante di Odino, intendete forse dire che volete rifiutare il culto di Dionisio? Se lascia al Tiaso Dionisiaco di entrare liberamene ad Asgard, renderemo felici le sue genti, molto più di quanto non ha fatto Odino! Le vostre terre gelide e nevose, grazie alla somma potenza del mio Dio, diventeranno verdi e ricche di vigne! Il vino scorrerà a fiumi in Asgard e la felicità sarà ben presto raggiunta!” replicò Sileno
“Mi spiace, ma io sono fedele ad Odino! Egli ci ha affidato queste terre fredde e gelide per proteggerle, non per permettere a divinità straniere di usurparle e di sovvertire l’ordine naturale delle cose!” rispose Hilda
“Beh, in questo caso… -disse Sileno con aria seccata- saremo costretti ad entrare in Asgard con la forza… Dionisio ha il dovere morale di estendere il suo culto su tutta la terra! Egli deve rendere felici tutti gli uomini! Se voi e il Dio Odino, che rappresentate in terra, non permetterete ciò, sarete eliminati! Questa è una dichiarazione di guerra, Regina di Asgard!”
“Dannato, ti faccio vedere io!” urlò Sigfrido, alzatosi di scatto, ma Hilda lo fermò…
“Sigfrido, quest’uomo è troppo potente per te… inoltre ora sei da solo al Castello, lasciamolo andare… quando avremo radunato tutti i God Warriors, saremo pronti per la battaglia e sconfiggeremo Dionisio!”
“Lo spero per voi… -disse Sileno- ma non illudetevi, non sarà così… a me dispiace molto dovervi dichiarare guerra, ma lo avete voluto voi… siete voi che impedite la felicità dei vostri sudditi…” e detto ciò, Sileno se ne andò dalla stanza barcollante, tornando a sembrare un vecchio ubriacone come quando vi era entrato…
“Hilda, questo è l’inizio di una Guerra Sacra!” disse Sigfrido
“Lo so, Cavaliere… tu raduna tutti i God Warriors dell’Orsa Maggiore e chiamali al mio cospetto… tra ventiquattro ore ci riuniremo nella Sala delle Conferenze per discutere sull’accaduto…”
“Ma nel frattempo lei regina cosa farà?” chiese il Cavaliere di Orion
“Devo consultarmi con mio zio Dolvar… e sentire se le sue truppe ci saranno di supporto!” rispose Hilda
“Io non mi fiderei molto di quell’uomo… è misterioso…”
“Non mi interessa Sigfrido! È pur sempre mio zio e poi un suo supporto ci sarà di grande aiuto!”
“Bene, mia regina, allora esco a richiamare tutti i suoi Cavalieri…”
“Bene, Sigfrido, e fai in fretta! Non sappiamo quando i Cavalieri di Dionisio attaccheranno!”

Castello di Dolvar

“Questo è tutto, zio… siamo in una situazione molto grave, è l’inizio di una Guerra Sacra! Per questo sono venuta sin qui: per chiedervi consiglio e aiuto…” disse Hilda
“Capisco, nipote…” disse Dolvar con tono sommesso, poi si alzò dalla sua regale sedia e, camminando nervosamente avanti e indietro, continuò “la situazione è più grave di quel che sembra… l’attacco di un Dio alla sovranità di Odino su Asgard è un fatto gravissimo! La guerra che ne seguirà potrebbe portare alla distruzione della stessa Asgard e perciò non dobbiamo farci trovare impreparati: dobbiamo cercare qualche informazione in più su Dioniso e sul suo culto… e in caso il suo attacco fosse isolato, potremo prendere in considerazione la possibilità di cercare un aiuto esterno ad Asgard…”
“Mmm… zio credo sia difficile, chi potrebbe giungere in tempo tra queste gelide terre per venirci in aiuto?” chiese Hilda
“Il mondo è governato da alcuni Dei potentissimi in eterna lotta tra loro… Odino a differenza è un dio forse minore, ma neutrale ed estraneo alle loro vicende… quindi potremo chiedere aiuto a uno di questi Dei, magari a una divinità da sempre ostile a Dioniso…”
“Potrebbe essere una soluzione… ma non credo che faremo in tempo: bisognerà trovare un Dio ostile a Dioniso e poi mandare da lui un ambasciatore… nel frattempo saremo già stati attaccati!”
“Ma ci difenderemo ad oltranza! Grazie ai tuoi e ai miei God Warriors! -disse Dolvar- piuttosto, hai già provveduto a radunare i tuoi Cavalieri?”
“Sì, li ho convocati in assemblea straordinaria… vieni anche tu con i tuoi God Warriors: tra due ore nel mio castello! Ci organizzeremo riguardo la difesa di Asgard e magari discuteremo anche riguardo una possibile alleanza…” disse Hilda
“Non mancherò! Le mie forze sono sempre al servizio di Odino e di Asgard!” rispose Dolvar orgogliosamente
“Bene… ora però devo lasciarti: voglio andare nella biblioteca del mio castello e documentarmi su questo Dioniso…”
“Allora a dopo Hilda…” disse Dolvar congedando la nipote.
Detto ciò, la Celebrante di Odino uscì dalla reggia dello zio, il castello del Vahalla, e fece ritorno nel suo Castello Reale.
Castello Reale di Asgard, stanza delle assemblee…

Hilda e tutti i God Warriors sedevano dinanzi un lungo tavolo rettangolare, di solido legno nordico… i posti a capotavola era occupati dalla Celebrante di Odino e dallo zio Dolvar e alla loro destra vi erano rispettivamente il potente Sigfrido e il crudele Loki… dinanzi a Sigfrido vi era Hagen, God Warriors di Merak, visibilmente ansioso e nervoso: aveva disposto sentinelle lungo tutti i confini e a momenti sarebbe dovuto arrivare un messaggero a fare rapporto…
“Cavalieri… -iniziò Hilda- come Sigfrido vi ha informato, ci troviamo in una situazione gravissima per Asgard e sembra sia inevitabile l’inizio di una Guerra Sacra… come avete notato, ho convocato qui al Castello anche mio zio Dolvar e i suoi God Warriors: la loro forza ci aiuterà durante la battaglia!” poi la Celebrante di Odino si alzò in piedi e, rivolgendosi allo zio, continuò “Dolvar, riguardo la tua idea di chiedere aiuto a un Dio ostile a Dioniso… beh, ho notizie negative… tramite le mie ricerche ho scoperto che Dioniso è conosciuto come un dio viaggiatore, ben visto da tutte le altre divinità, amato e venerato in molte parti del mondo… chi, nel corso dei secoli, ha osato ribellarsi a lui e non accettare il suo culto, è stato annientato dallo stesso Dioniso! E nessun Dio dell’Olimpo lo ha mai rimproverato per questo!”
“Dovremo condurre la nostra guerra da soli allora…” disse Dolvar amareggiato
“Noi non ci piegheremo mai a Dioniso!” intervenne Sigfrido
“Giusto! Non accetteremo mai il culto di un Dio diverso da Odino!” aggiunse Hagen
Nel frattempo un messaggero irruppe nella sala… “Venerabile regina, nobili cavalieri, porto brutte notizie dai confini: le armate di Dioniso hanno iniziato il loro attacco e stanno avanzando divise su tre fronti!”
Sigfrido si alzò bruscamente in piedi “Come?? Dobbiamo fermarli o sarà un massacro per le nostre genti!”
“Esatto, onorevole Sigfrido… -disse il messaggero- è stata avvistata un’armata avanzare attraverso i boschi sacri a Nord, un’altra avanzare attraverso i vecchi ruderi a Est e un’altra ancora avanzare a Sud, vicino al Tempio del Valalla… stanno facendo stragi di uomini e donne, senza ragioni né pietà… i nostri soldati sono troppo deboli e non possono fare nulla!”
“Hilda dovremo dividerci per difendere il popolo!” suggerì Dolvar
“Un ottima idea…” disse Dhol, God Warriors di Pechda, che con la sua imponente stazza svettava al centro del tavolo…
“Sì, siamo costretti a scendere in campo subito! Ne va della nostra sopravvivenza!” incalzò Hagen
“Mia regina, consentitemi di guidare un contingente verso una delle armate di Dioniso!” chiese Sigfrido
“Sigfrido, vorrei che tu rimanessi qui al Castello a difendermi… assieme ad Hagen rimarrai qui per proteggere me e mia sorella Flare… sei d’accordo?” chiese Hilda
“Sì, mia regina…” rispose Sigfrido stringendo i pugni…
“Dhol e Fenrir possono avanzare attraverso i boschi sacri a Nord, che entrambi conoscono molto bene…” continuò Hilda
“Mi pare una buona idea…” disse il silenzioso Fenrir
“Mime, tu di solito vivi tra i ruderi a Est… potresti andare tu in quel luogo, magari aiutato da qualcun altro…”
“Potrei aiutarti io!” intervenne Cyd, God Warriors di Mizar, seguito e spiato anche in quel frangente dal fratello Bud…
“Bene allora Mime andrà con Cyd -disse Hilda, poi rivolgendosi verso Dolvar- zio, un terzo contingente sta attaccando la zona sacra del Vahalla, il tuo territorio, scommetto che vorrai andare là a difenderlo personalmente con i tuoi guerrieri…”
“Non mi preme tanto per il mio Tempio, quanto per Asgard… partirò subito per fermare Dioniso!” disse Dolvar, facendo cenno ai suoi di alzarsi dal tavolo…
“Allora rimarranno al castello Sigfrido, Hagen e Alberich…” concluse Hilda
“No, mia regina -intervenne Alberich, God Warriors di Megres- con il suo permesso, io andrei tra i miei cari boschi d’ametista, posti dinanzi l’ingresso del Castello a Ovest… lei sa benissimo che non mi piace agire in coppia… voglio fare a modo mio… non si preoccupi, si affidi pure a me!”
“D’accordo, ma rimani vicino al Castello… in caso di pericolo interverrai subito per aiutare Sigfrido e Hagen…”
“Grazie, mia regina, non se ne pentirà!” disse Alberich… ma in realtà l’ambizioso e misterioso Cavaliere già pensava tra sé e sé <gli altri frenerebbero i miei piani, meglio andare da soli…>
“Allora andate Cavalieri! E non fallite!” disse Hilda
Così Fenrir e Dhol si incamminarono attraverso i Boschi Sacri a Nord, cari a entrambi i God Warriors…
Mime e Cyd andarono ad affrontare l’armata penetrata tramite i ruderi a Est, dove Mime era solito comporre musica…
Dolvar e i suoi si diressero a Sud, verso il Tempio del Vahalla, dove era penetrato il terzo gruppo nemico…
Alberich, invece, girovagava nella piccola foresta d’ametista a Ovest, posta proprio dinanzi l’unica entrata del Castello Reale, in cui la regina Hilda e la principessa Flare erano sorvegliate e protette da Sigfrido e Hagen…

A Nord, tra i Boschi Sacri…

Il rapido Fenrir e l’imponente Dhol correvano veloci tra la foresta, quando avvistarono un soldato, gravemente ferito, che camminava barcollante, reggendosi ai grossi pini del bosco… subito i due God Warriors arrestarono la loro corsa…
“Soldato! Cosa è successo?” chiese Fenrir
“Ca… Cavalieri… per fortuna siete arrivati… -rispose il soldato, trascinandosi per forza d’inerzia- una truppa di donne spietate ha attaccato le torri d’avvistamento poste dinanzi la foresta… e… le ha distrutte! Tutti i soldati sono morti, solo io sono riuscito miracolosamente a scappare… coff… coff…”
“Una truppa di donne spietate?” ripeté Dhol
“Esatto… sembravano Sacerdotesse Guerriero… vestivano un’armatura rosso sangue che metteva in risalto le loro forme femminili, erano molto sensuali… ad un primo momento siamo tutti stati ammaliati dalla loro bellezza… ma poi si sono trasformate in animali feroci, in bestie! Siamo riusciti a ucciderne qualcuna, ma erano troppo forti per noi! Hanno ucciso tutti con graffi e morsi… hanno distrutto le torri con le loro unghie! Non erano più donne… sembravano possedute”
“Allora dovranno perire! -urlò Dhol infuriato- ora scusaci se ti lasciamo solo in queste condizioni, ma dobbiamo arrestare l’avanzare dell’armata di Dioniso!”
“Non preoccupatevi per me, Cavalieri… andate… ma state attenti… coff… coff…” disse il soldato stremato, mettendosi a sedere sulla neve, appoggiato al tronco di un albero…
Fenrir e Dhol, senza perdere tempo, ripresero la loro corsa tra gli alberi del bosco, finché non sentirono delle urla e schiamazzi tremendi, simili a canti tribali…
I due Cavalieri avanzarono lentamente e, nascondendosi dietro spessi pini, osservarono silenziosamente tutta la scena: un gruppo di donne estremamente attraenti stava avanzando attraverso la foresta cantando e danzando molto sensualmente… dinanzi al gruppo vi era un uomo, alto e virile, che guidava le donne e le faceva danzare con il suono del suo flauto… tutti erano spensierati e divertiti, ma le mani delle donne erano sporche di sangue e terra!
“Fenrir, io intervengo!” disse l’irruente Dhol
“D’accordo… io per ora rimango nascosto, ma in caso ti servisse aiuto mando i miei lupi!”
“Bene… -disse Dhol al compagno e poi, mostrandosi al gruppo danzante, urlò- Chi siete voi? E cosa ci fate ad Asgard?”
L’uomo alto e virile bloccò il suono del suon flauto e osservò il gigantesco Cavaliere che gli si era posto dinanzi…
“Il mio nome è Priapo e sono il protettore dell’impeto sessuale… queste sono le mie donne, le Menadi… stiamo per attaccare il Castello di Odino, quindi se non vuoi morire togliti di mezzo!”
“Stolto uomo! Hai sbagliato persona su cui scaricare la tua collera! Fatti avanti!” urlò Dhol
“Ah! Ah! -rise Priapo- grazie al mio Dio Dioniso io non conosco collera! Combatto per puro divertimento… ma tu non sei alla mia altezza… non mi faresti divertire… le mie Menadi ti faranno a brandelli!” e così dicendo Priapo suonò una nota del suo flauto stranamente acuta… improvvisamente le Menadi, fino a quel momento donne estremamente sexi e sensuali, si trasformarono in bestie spietate, in animali feroci e desiderosi di sangue! I loro occhi si iniettarono di sangue e le loro unghie affilati diventarono pericolosi strumenti di morte!
Fenrir, nascosto dietro un albero, con un fischiò chiamò i suoi lupi… Priapo immediatamente si voltò, cercando di capire da quale parte fosse pervenuto quel suono, ma non riuscì ad individuare il God Warriors di Alioth…
I lupi di Fenrir affiancarono Dhol per aiutarlo nello scontro, questi li guardò e sorrise… aveva capito che Fenrir ben presto sarebbe intervenuto nel combattimento!
Le Menadi, infuriate e violente, si lanciarono contro Dhol e il piccolo branco di lupi… il God Warriors di Pecdha lanciò il suo potentissimo pugno, il Titanic Hercules, e un fascio di luce purpurea atterrò immediatamente quattro donne… nel frattempo, però, altre quattro donne avevano preso di mira i lupi di Fenrir e con estrema brutalità li avevano sbranati, mordendoli sul collo, staccandogli le zampe e sventrandoli con le loro unghie affilate…
Fenrir non poteva più rimanere a guardare e immediatamente uscì allo scoperto…
“Allora eri tu ad aver richiamato quei lupi… -disse Priapo rivolgendosi al nuovo arrivato- mi sembrava di aver percepito un fischio… poco importa, ora morirai anche tu…”
“Maledetto… ora annienterò chi ha osato uccidere i miei amici lupi…” disse Fenrir, abbassando la sua visiera…
“Forza Menadi! Sbranate questi due miseri individui come avete fatto con quei piccoli lupi!” urlò Priapo, incitando le otto donne a ritornare di nuovo all’attacco…
Quattro Menadi si lanciarono su Dhol, aggrappandosi sul suo imponente corpo… alcune gli graffiarono il ventre, altre gli morsero il collo, altre ancora bloccavano il suo potente braccio… ma il God Warriors di Pecdha, stanco di avere a che fare con quelle piccole bestie infuriate, espanse il suo gelido cosmo e scaraventò via le quattro donne dal suo corpo, già provate dal precedente colpo subito, uccidendole!
Nel frattempo altre quattro Menadi si erano lanciate su Fenrir, ma questi, sconvolto per la scomparsa dei suoi lupi, con un rapido e potente Rozan Kundo Ken aveva fatto a fettine le donne con i suoi lunghi artigli…
“Tutta qua la forza delle tue donnacce?” chiese Fenrir al semidio…
“Maledetti… avete ucciso le mie Menadi… allora non siete male come pensavo… vorrà dire che dovrò uccidervi io!” e così dicendo Priapo impugnò una lunga catena che teneva avvolta alla sua cintura… alle estremità della catena erano agganciate due grandi e pesantissime palle d’acciaio “Ora con queste palle d’acciaio vi ridurrò le ossa in pezzi!!!”
Priapo fece roteare velocemente le due palle sopra la sua testa e in un batter di ciglio le scaraventò una su Fenrir e una su Dhol… i due God Warriors cercarono di difendersi incrociando le braccia, ma non riuscirono ad attenuare la potenza del colpo e vennero sbattuti contro i tronchi di due alberi…
“Ah! Ah! Ora vendicherò le mie Menadi…” disse Priapo, continuando a far roteare le due pesanti palle sopra la sua testa.
Dhol e Fenrir si rialzarono malconci… quest’ultimo fischiò ancora una volta, richiamando il suo intero branco…
“Quelle bestie non ti aiuteranno a sconfiggermi, misero Cavaliere! Ora morite entrambi!” urlò Priapo, lanciando nuovamente le sue sfere d’acciaio contro i due God Warriors…
Per la seconda volta Dhol e Fenrir caddero atterra, colpiti dalle pesanti sfere…subito i lupi andarono a leccare le ferite del loro capo, preoccupati per le sue precarie condizioni, ma questi si rialzò prontamente, fiancheggiato dal possente Dhol.
“Dhol… se ci colpisce di nuovo il nostro cloth andrà in frantumi… così come le nostre ossa… è poco corretto ma dobbiamo attaccarlo insieme! È l’unica soluzione!” disse Fenrir stanco e ferito
“D’accordo! Attacchiamolo contemporaneamente!” rispose il massiccio Cavaliere
Con un occhiata Fenrir ordinò al lupo grigio, capo-branco tra i suoi lupi, di affiancarsi a Dhol… l’imponente Cavaliere di Pecdha ora era affiancato a destra dal felino Fenrir e a sinistra dal ringhioso lupo grigio…
“All’attacco!” urlò Dhol “Titanic Hercules!”
“Non riuscirete a colpirmi!” urlò Priapo, facendo roteare velocemente dinanzi a se le sue sfere d’acciaio “Rolling Balls!”
Nel frattempo Fenrir e il lupo grigio scattarono alla destra e alla sinistra di Dhol, dirigendosi rapidamente verso il nemico e costeggiando il fascio di luce purpurea generato dal Titanic Hercules…
Il colpo di Dhol si infranse sulle sfere d’acciaio di Priapo e grazie alla sua potenza riuscì a disintegrarle in mille pezzi…
Il semidio era ora senza difese e in balia dell’attacco sincronizzato di Fenrir e del lupo grigio… infatti, senza neanche lasciare all’avversario il tempo di pensare, l’agile God Warriors di Alioth, giunto da destra, aveva affondato i suoi lunghi artigli nel ventre di Priapo mentre il suo fedele compagno, giunto da sinistra, lo aveva addentato al collo, stringendo la sua pulsante gola con i suoi denti affilati.
Quando Fenrir estrasse i suoi artigli dallo stomaco dell’avversario e il lupo grigio allentò il morso alla gola del nemico, Priapo barcollò all’indietro, cadendo tra la candida neve… ormai sporca di rosso sangue…
Il semidio incredibilmente si rialzò, perdendo sangue dal ventre e dalla gola…
“Maledetti, avete distrutto le mie palle d’acciaio e mi avete ferito! Ma adesso per voi è finita! -urlò Priapo infuriato- Ora vi mostrerò il mio colpo migliore! Prendete: Sex Pistol!!!!”
Priapo tirò indietro il suo pugno, per poi lanciarlo potentissimo verso i due God Warriors… il flusso di energia rosa generato dal potere del Sex Pistol corse rasente alla neve, dirigendosi inesorabilmente sui due Cavalieri…
“È troppo potente non riusciremo mai a bloccarlo!” urlò Dhol
“AAAAAAAAAAhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!!!!!!!!!!!!!!”
Un bagliore accecante per un istante illuminò il bosco di una luce rosata… i millenari e altissimi alberi intorno a Priapo si erano dissolti nel nulla e la neve era stata sciolta per un raggio di dieci metri, lasciando solo putrida terra marrone…
Ma Dhol e Fenrir erano ancora lì, in piedi, increduli essi stessi di essere ancora in vita… però subito Fenrir capì cosa era successo: i suoi fedeli lupi marroni si erano interposti tra i due Cavalieri e il colpo, sacrificando la loro vita per Odino!
“Miei lupi… giuro che il vostro sacrificio non sarà vano!” disse Fenrir, mentre una piccola lacrima gli solcava il viso…
“Ah! Ah! Quelle stupide bestie si sono sacrificate per voi... ma ora chi vi difenderà dal mio colpo?” disse Priapo sarcastico
“Non ci sarà un altro colpo Priapo, perchè tu morirai ora! -disse Fenrir infuriato, poi voltandosi verso il compagno- Dhol, io odio agire in compagnia, ma è l'unica maniera che abbiamo per sconfiggerlo... dobbiamo ancora attaccarlo assieme!”
“D'accordo!” rispose il massiccio Cavaliere.
Fenrir e il lupo grigio si lanciarono vendicativi verso Priapo... questi era pronto all'impatto ma pochi secondi prima dello scontro il God Warriors di Alioth si abbassò di scatto, puntando verso le gambe dell'avversario... gli artigli di Fenrir si conficcarono nella coscia destra del semidio e stessa cosa fecero gli affilati canini del lupo grigio, che con un gran balzo aveva imitato alla perfezione i movimenti del suo padrone, addentando la coscia sinistra di Priapo...
Colpito ad entrambe le gambe, il semidio cadde in ginocchio, ma appena alzò lo sguardo dinanzi a sé vide un enorme fascio di energia viola scagliarsigli contro!
“Muori bastardo! Titanic Hercules!”
Priapo non poté far nulla e venne investito in pieno dalla potenza distruttiva del colpo di Dhol, quindi cadde all'indietro, strisciando per molti metri lungo la neve e lasciando una lunga striscia di sangue rosso...
Dhol, Fenrir e il lupo grigio gli si avvicinarono...
“Sembra morto, ma è meglio restare tranquilli...” disse Dhol, tirando una pazzesca asciata sul petto di Priapo
Fenrir si chinò sul cadavere e con i suoi lunghi artigli cavò gli occhi al semidio e li diede in pasto al lupo grigio, unico del suo branco ad essere rimasto in vita, quindi si voltò verso Dhol e disse “Abbiamo compiuto il nostro dovere... tu torna al Castello a dare la notizia, io devo seppellire i miei amici lupi... quando sarò pronto per aiutarvi vi raggiungerò...”
“Va bene...” rispose Dhol, partendo in direzione del Castello.
Fenrir invece rimase tra quei cari boschi, per dare una degna sepoltura agli unici veri compagni della sua vita...