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1) Il pugile schiavo
Roma, 54 d.C.: il diciassettenne Nerone diventa imperatore.
Nello stesso momento, alla periferia di Roma, Cestus ed i suoi compagni
aspiranti pugili sono in attesa del pasto nella cella-dormitorio. Quando
il pasto arriva, tutti si scagliano come cani e solo grazie all'intervento
di Rocco che si ripristina un clima civile. Cestus riesce così ad
ottenere qualche pezzo di cibo.
All'improvviso, gli schiavi vengono chiamati nella sala comune: il
loro padrone vuole vederli combattere due a due per selezionare coloro
che diventeranno pugili a tutti gli effetti. I primi due a cominciare sono
proprio Cestus e Rocco. Anche se amici, i due sono costretti a combattere
seriamente, altrimenti chi perde sarà squalificato. In teoria sarebbe
Rocco quello avvantaggiato, in quanto di corporatura muscolosa e già
abile nelle risse ed il pugilato antico non prevedeva categorie di peso.
Zafar, il maestro di Cestus, lo incoraggia e gli fa indossare i cestus
(fasce di cuoio borchiate per proteggere le mani). L'incontro ha inizio
e, con grande stupire di Rocco, Cestus riesce facilmente a schivare tutti
i suoi colpi. Zafar lo esorta a non esitare, così Cestus scaglia
una raffica di pugni ad alta velocità mettendo Rocco al tappeto.
Rocco si congratula con Cestus ma, quando sta per rialzarsi, viene
colpito mortalmente da alcune frecce: è il prezzo per aver perso.
Anche se non si trattava di un incontro ufficiale in un'arena, Valente
non tollera comunque le sconfitte. |
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2) Il marchio del vincitore
Gli schiavi pugili di Valente si stanno allenando all'aperto. Cestus
è ancora sconvolto per la morte di Rocco e ha paura a legarsi a
qualcuno.
Ripensa a quando hanno tatuato a fuoco sulla sua mano la lettera V,
per indicare il cognome Valente, ma anche la vittoria. Valente fa un discorso
ai nuovi pugili: ora dovranno combattere per lui e chi vincerà cento
incontri otterrà la libertà. Inutile dire che basteranno
poche sconfitte, magari solo una, per perdere la vita.
Tornando al presente, continuano gli allenamenti di Cestus, sotto la
guida di Zafar, anche lui schiavo di Valente. Zafar analizza attentamente
i movimenti di Cestus e capisce che bisogna puntare tutto sulla sua agilità
e sul suo talento naturale per la lotta, mentre il carattere e la costituzione
gracile sono il suo punto debole. Zafar gli fa vedere come colpire sfruttando
anche la spinta delle ginocchia, ma cade goffamente a terra deriso dagli
altri pugili. Un tempo era il conosciuto come il "Lupo della Numidia" ed
era un pugile imbattibile, finchè non è stato sconfitto e
ferito irrimediabilmente al ginocchio. Si è quindi dovuto ritirare
dal pugilato per dedicarsi solo all'insegnamento. Ora ha un tutore di ferro
e cammina con l'aiuto di un bastone.
Qualche giorno dopo, i nuovi pugili vengono caricati su un carro e
portati a Roma per combattere in un incontro organizzato da Nerone in persona
proprio per i lottatori esordienti. E' il primo vero incontro per Cestus. |
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3) Roma, la capitale
Cestus vuole combattere anche per Rocco, ma Zafar lo esorta a pensare
solo a se stesso.
Il carro entra a Roma e Cestus, che finora non era mai uscito dalla
scuola, è incuriosito dalla città. L'autore fa una breve
descrizione della capitale, che all'epoca contava circa un milione di abitanti.
Arrivati all'arena, Cestus si perde tra la folla ed è così
che fa conoscenza di Lusca, un ragazzo solare che gli spiega gentilmente
dove sono gli spogliatori dei gladiatori; colpito dal suo aspetto gracile,
Lusca gli promette che farà il tifo per lui.
Raggiunto il maestro, Cestus trova anche un'imponente soldato con un
occhio bendato. L'uomo sembra in confidenza con Zafar e i due infatti si
stanno scambiando battutine sul ginocchio e sull'occhio fuori uso. Cestus
riesce a ricordarsi che quell'uomo è Demetrio dell'Attica, colui
che ha rovinato il ginocchio di Zafar costringendolo a essere uno schiavo
a vita e, per vendetta, gli si scaglia contro. Demetrio lo abbatte con
una semplice manata ed è così che scopre che Zafar ha un
allievo. |
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4) Scontro nell'arena
Ha inizio il torneo per celebrare l'incoronazione di Nerone. Ad assistere
nei posti privilegiati, ci sono Nerone, sua moglie Agrippina, sua madre
Agrippina e la guardia Demetrio. Ottavia e Nerone non gradiscono gli spettacoli
di violenza, ma per motivi istituzionali sono costretti ad assistere.
Alcuni schiavi di Valente hanno già combattuto, qualcuno ha
perso, qualcuno ha vinto ma con delle ferite. Ora è il turno di
Cestus che, tremante, entra nell'arena. Il suo avversario è Ghidone,
un pugile adulto, muscoloso e pieno di cicatrici. Lo scontro è chiaramente
squilibrato, ma Cestus combatte subito con determinazione. Sferrando parecchi
pugni in sequenza, colpisce ripetutamente Ghidone senza lasciarli il tempo
di reagire. Demetrio segue attentamente tutto l'incontro, in quanto si
tratta dell'allievo di Zafar e ha un brivido quando si ricorda di come
ha perso l'occhio, proprio per un pugno di Zafar.
Cestus sconfigge facilmente Ghidone e Nerone, rimasto positivamente
impressionanto, si alza in piedi per applaudirlo. |
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5) Nerone, l'imperatore fanciullo
Gli spettatori sono furiosi con Ghidone, in quanto avevano scommesso
tutti su di lui e per questo vogliono che sia ucciso. Ghidone chiede grazia
all'imperatore, che così è costretto a decidere. Inaspettatamente,
anche Cestus interviene per salvare la vita all'avversario e Nerone, colpito
dal suo gesto, è commosso. Agrippina, a differenza del resto della
corte, sta per dare l'ordine che venga ucciso, ma Demetrio la ferma in
quanto non conviene mostrare al popolo che è la madre a decidere
per l'imperatore. Demetrio, allora ordina al boia di seguire il volere
del popolo e così Ghidone viene decapitato.
Di ritorno negli spogliatoi, Cestus viene schiaffeggiato da Zafar,
che lo esorta a pensare solo a se stesso. Cestus piange per la sorte degli
sconfitti, ma Zafar gli suggerisce di concentrare la sua rabbia tutta nei
suoi pugni per assicurarsi la sopravvivenza.
Poco dopo, Cestus viene chiamato al cospetto dell'imperatore, che vuole
incontrarlo di persona. Nerone lo accoglie calorosamente e si complimenta
con lui per l'incontro. Demetrio e Zafar hanno modo di incontrarsi di nuovo
e ricordare il loro famoso incontro: nonostante ne fossero entrambi usciti
male, lo ricordano con nostalgia e Cestus davvero non capisce.
Demetrio ne approfitta poi per annunciare il prossimo incontro, organizzato
da lui personalmente: suo figlio Lusca contro Kendall di Cartagine.
Lusca è già conosciuto come uno dei più abili lottatori
ed il pubblico ed entra trionfante nell'arena sotto lo sguardo stupido
di Cestus, che non sapeva che fosse anche lui un lottatore. |
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6) Lusca, il giovane combattente
Anche se l'avversario è più grosso e anziano di lui,
Lusca si prepara con estrema tranquillità. Kendall si lancia all'attacco
con un pugno, ma Lusca utilizza una presa per sbatterlo a terra con eleganza.
Kendall ci riprova, ma questa volta viene atterrato con degli schiaffi
ben mirati alla mascella. L'arbitro esorta Kendall a rialzarsi e questi,
infuriato gli spacca la faccia con un pugno. Nerone è preoccupato
per la ferocia del cartaginese, ma Demetrio gli assicura che vincerà
Lusca senza problemi. E infatti Lusca lo sconfigge spezzandogli il braccio
con una presa. Nerone è rimasto positivamente colpito anche da questo
incontro e Demetrio gli spiega che Lusca ha utilizzato la tecnica del pancrazio,
che sfrutta tutti gli stili di lotta e per questo è superiore al
pugilato.
Kendall viene ucciso e Lusca esce dall'arena applaudito dal pubblico
come un eroe, soprattutto quello femminile. Anche Lusca è dispiaciuto
per Kendall, anche se non lo dà a vedere. Subito all'uscita, incontra
Cestus e i due si complimentano a vicenda. |
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7) Un incontro inatteso
Sia Cestus che Lusca sono stati invitati dall'imperatore presso la
sua residenza sul colle Palatino. Nerone sta suonando la lira in giardino
insieme a Roxane, sua maestra di musica e anche guardia del corpo. Cestus,
che non aveva mai sentito il suono della lira, si mette a piangere per
la commozione e Nerone ne è compiaciuto. Roxane ricorda a Nerone
dell'impegno con i consiglieri, ma questi preferisce rimandarlo per trascorrere
del tempo in allegria insieme ai due lottatori. Agrippina lo viene a sapere
ed è furiosa.
I tre giovani sono riusciti amichevolmente in giardino, sembravano
le premesse per una bucolica amicizia che sarebbe stata il tema portante
di tutta l'opera, quanti momenti saranno destinati a durare poco... Nerone
è curioso di sapere il motivo per cui combattono. Lusca risponde
che è stato suo padre a insegnargli la lotta e che è sua
intenzione diventare una guardia imperiale. Cestus risponde che è
costretto in quanto schiavo ed è l'unico modo per conquistare la
libertà. Nerone controbatte che la libertà è solo
un sogno irrealizzabile e che neanche la volontà permette di cambiare
alcune cose, riferendosi implicitamente alla sua condizione. Cestus si
accorge così di quanto Nerone sia infelice.
Nel frattempo, Zafar sta aspettando all'ingresso, quando Demetrio gli
dice di seguirlo dall'imperatore, con aria divertita. Agrippina, infatti,
vuole che Lusca e Cestus combattano immediatamente tra di loro per intrattenere
i presenti. Nerone le spiega che li aveva invitati solo per parlare in
amicizia, ma Agrippina non vuole sentire ragioni, anche perchè nessuno
sarà ucciso. I due sono quindi costretti a combattere e si preparano
fasciandosi le mani. Demetrio non si lascia impietosire dalle suppliche
di Roxane e ordina a Lusca di andarci pesante: è una forma di rivalità
dei confronti di Zafar, suo figlio contro l'allievo del suo migliore avversario.
Zafar sa già che lo scontro è squilibrato e che Cestus non
potrà farcela... |
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8) Una tecnica inconsueta
Cestus non sembra ancora consapevole della superiorità del pancrazio
e scaglia una serie di pugni che però vengono facilmente deviati.
C'è anche da dire che non ci sta mettendo il massimo della forza
in quanto considera Lusca un amico. Non riuscendo però a colpirlo
in alcun modo, si innervoscisce e così Lusca ne approfitta per prenderlo
a ginocchiate e ad afferarlo saldamente alla vita. Prima di eseguire la
mossa, Lusca lo avverte in modo da non fargli troppo male. Così
Lusca lo ribalta a terra e, senza mollare la presa, lo stringe allo scopo
di farlo svenire e terminare velocemente l'incontro, senza troppi danni.
Roxane e Zafar cercano di fermare Lusca, ma Demetrio si mette in mezzo.
Tutti stanno per litigare, quando Nerone esasperato grida di smetterla.
Urla a sua madre che non voleva essere imperatore e di smetterla di trattarlo
come una marionetta; come risposta, Agrippina scappa via piangendo e Nerone
entra in crisi esistenziale.
Nonostante la vittoria di Lusca, Demetrio è rimasto deluso dall'incontro
e scaccia via Zafar e Cestus in malo modo, in quanto non sono stati all'altezza
delle sue aspettative. E poi schiaffeggia Lusca con le sue dolci manine
rimproverandolo di essere stato troppo tenero con Cestus. Le punizioni
corporali di una volta... Nel frattempo, Nerone ha un rapporto incestuoso
con la madre e, temendo di essere abbandonato, le promette che farà
di tutto per essere un buon imperatore. Di ritorno sul carretto, Cestus
piange per aver perso così miseramente e Zafar cerca di consolarlo. |