BOOTES - IL BOVARO
Questa antica costellazione rappresenta un mandriano che guida l'orsa (maggiore), e spesso viene raffigurato con in mano il guinzaglio con i cani (canes venatici). 
Bootes è una grande costellazione che, dalle vicinanze dell'equatore, si slancia verso le regioni settentrionali, arrivando a toccare l'Ursa Maior.
Tra traduzione di Bootes può essere varia: pastore, bovaro, mandriano, bifolco.
Ne fa parte una stella molto famosa, Arturo che significa in greco "guardiano dell'orsa" ed è anche la quarta stella più luminosa del firmamento. Arturro è uno dei vertici del Triangolo Primaverile, insieme a Spica di Virgo e Denebola di Leo.
Arturo è una stella ormai prossima alla fine della sua vita: un tempo, molto probabilmente era assai simile al Sole (infatti, tra 5 miliardo di anni, anche il Sole diventerà una gigante rossa).
 
Stelle principali:
Simbolo Nome Magni
tudo
Dist
anza
Tipo
alfa Arcturus 0,04 36 Gigante rossa
beta Nekkar 3,5 140 Gigante gialla
gamma Haris 3,0 105 Stella bianca
epsilon Izar 2,7 150 Stella doppia
mu Alkarulops 4 59 Stella tripla

Nella costellazione del Bootes ci sono alcune interessanti stelle doppie.
- La migliore è senza dubbio Izar, soprannominata Pulcherrima (cioè bellissima in latino): è composta da una gigante arancione e da una compagna azzurra, che è molto meno luminosa;
- Mu Bootis (chiamata Alkarulops, dall'arabo "bastone del pastore") è in realtà una stella tripla, le cui componenti ruotano l'una intorno all'altra con un periodo di 260 anni.

Nel territorio di Bootes ci sono due galassia spirale, un ammasso globulare, una radiogalassia. A sud della costellazione sono state avvistate le prime nane brune.

Lo sciame meteorico delle Quadrantidi, che ha origine da questa costellazione, è così chiamato in onore della costellazione defunta Quadrans Muralis (che è adesso una parte di Bootes, nella porzione settentrionale). Sono anche dette Bootidi. Questo sciame è forse dovuto al passaggio di una cometa o alla forza di gravità del pianeta Giove.


Immagine tratta dall'Uranografia di Hevelius (1690)